Soprattutto oggi non perdiamo di vista le vicissitudini e le situazioni di disagio dei Popoli che vedono negato il loro diritto all’autodeterminazione: parliamo della questione tibetana, che dopo le Olimpiadi di Pechino pare sia stata smaltita dal "dimenticatoio" della pubblica informazione, della situazione di assedio che vivono i cittadini di Taiwan, sotto ostaggio della Cina da anni, dell’etnia Hmong, perseguitata dal Regime totalitario nel Laos, dell’egemonia della giunta militare in Myanmar, giusto per non elencare una lista lunga come un treno dei conflitti per la "liberazione" presenti nel sud-est asiatico.Ma non possiamo sorvolare sul conflitto del Kivu nella Repubblica Democratica del Congo, la lotta per l’indipendenza dell’Ogadenia in Etiopia da parte del Fronte Nazionale di Liberazione dell’Ogaden, e per finire, giusto per sottolineare quanto ipocrita sia il "perbenismo Occidentale", non dimentichiamoci che dal 1999 in Cecenia si combatte un'aspra lotta per l’indipendenza dalla Russia, e che il tanto civile, democratico e laburista Regno Unito, pur rimanendo "coerentemente" un esportatore di libertà e democrazia (non ridete!), assieme agli Stati Uniti, non esita a tenere alta la sua vocazione colonialista ed imperialista, mantenendo occupato militarmente l’Ulster, l’Irlanda del Nord. Tutto questo non volendo menzionare per pudore l’eterna questione palestinese.Auspichiamo allora che questo 25 Aprile, in un momento in cui tanto si parla di democraticità, di diritti umani e pari opportunità, sia una giornata dedita al riecheggiare dei valori universali di libertà e di autodeterminazione che ad oggi ancora molti Popoli e molte Nazioni vedono lontani anni luce dall’essere concretizzati.
Francesco Ciccone, Segretario Regionale "Gioventù Italiana" Lazio
Ruggero Cipolla, Responsabile Regionale Dipartimento Formazione
Ricorre il gioioso, per alcuni, anniversario della Liberazione dell’Italia dal regime fascista. In Emilia Romagna abbiamo le Feste dell’Unità, dove i “cumpagna” (che in realtà di alienazione e plusvalore poco sanno, ma sono comunisti solo perché il padre o il nonno erano partigiani) si siedono tutti al tavolo a mangiare mortadella e Lambrusco e fanno “balotta”, parlando del Bologna FC o della cameriera avvenente: esattamente quello che si faceva con il Dopo Lavoro Fascista. Ma non diteglielo.Dispiace vedere come per qualsiasi fatto storico si possa fare un’analisi pro e contro, mentre per il fenomeno e il periodo fascista, si ricorra solo alla dannazione: c’è stato sì un regime dittatoriale, ma che ha costruito uno Stato sociale che ha tutelato donne, bambini e lavoratori. I libri di storia potranno provare a celare tante opere ed istituzioni create in vent’anni, ma il tempo mai: c’ha provato anche la Natura, come il terremoto a L’Aquila: tutto è crollato. Tutto. Invece gli edifici costruiti durante il Regime non hanno fatto una piega.Ma dobbiamo rifuggire dal ridurci a grottesche manifestazioni esteriori, come urlare “W IL DUCE” o disegnare croci celtiche sul casco del motorino, ed essere, invece, spiritualmente fascisti. In un’epoca che assurge a valore solo il mercato nella sua accezione più negativa, cioè la concorrenza selvaggia e l’egoismo estremo, noi dobbiamo distinguerci e fare del fascismo ciò che esso è, cioè quello stile di vita mutuato dall’esperienza cameratesca della Grande Guerra, che è e deve essere attuato in ogni epoca storica, adattandolo alle specifiche contingenze. Anche per non essere tacciati di anacronismo.Far vedere, sì, che siamo animati da amore per il Passato, per le Tradizioni, per le Comuni Radici, ma senza rimpiangere ciò che stato, come dei vecchietti reazionari o come se fosse una visita ad un museo: bensì, avere una tensione eroica verso il futuro, uno spirito di comunità e un senso di solidarietà reciproca.Non possiamo essere fascisti perché ci sono troppi immigrati, e basta. Ciò che è stato fatto di buono deve appartenere alla memoria storica, ora bisogna far vedere che noi siamo fascisti perché vogliamo vedere Tutto il Popolo Unito, nel segno di una collaborazione e uno sforzo comune per il benessere della collettività. Fedeltà all’Idea, ma attenzione al Presente e Tensione verso il Futuro. Onore e rispetto della parola data, abnegazione, contegno e umiltà, in un mondo in cui ciò che conta è l’apparenza, in cui per fare carriera siamo pronti a imbrogliare il prossimo, e il valore dell’uomo non si basa sull’onestà e sull’aiuto ai membri della sua comunità, bensì su ciò che possiede, sui suoi beni materiali.Non può essere il fascismo solo un “W L’ITALIA! A NOI!”, frasi che vanno bene in birreria, ma non come stile di vita standard: è fascista anche il genitore che porta a giocare il figlio e gli insegna ad abbracciare l’avversario; è fascista l’alunno che, anche se una materia è difficile, comunque si impegna al massimo per studiarla; è fascista l’impiegato statale che risponde al cittadino con solerzia, precisione e gentilezza; è fascista l’imprenditore che parla e si accorda col lavoratore; è fascista il lavoratore che dà il massimo delle sue capacità per far crescere l’azienda.Ma questi sono valori di sinistra, mi può dire qualcuno, pensando di fregarci: dunque noi li dobbiamo completare con il senso di Onore, di Disciplina, di Comunitarismo. Oggi come oggi non c’è davvero gente di sinistra, ma antiberlusconiana: Berlusconi (anche se gli auguro UMANAMENTE altri 100 anni di vita) è mortale, la nostra idea invece è immortale. Molti fanno uno sforzo in più e si professano di sinistra perché liberali, perché democratici e perché il fascismo sarebbe la negazione di tutto ciò; allora dobbiamo far ricredere i “compagni”: <<Ma quella è una brava persona, com’è che è fascista? Ma il fascismo non è solo dittatura e leggi razziali?>>.Fascismo è UNITA’, COMUNITA’ e SOLIDARIETA’. Altrimenti, sono solo belle parole date al vento.
Eugenio Sibona, segretario regionale di Gioventù Italiana